Lettera del 7 aprile 2013
SERVIZIO FRATERNO E AMORE CONDIVISO.
Non sempre è chiaro per tutti il significato di “servizio fraterno” e di “amore condiviso”, due modalità che caratterizzano ogni gesto compiuto nei rapporti interpersonali ispirati all’HEWO. “Servizio fraterno” non significa svolgere semplicemente e materialmente dei servizi, ma avere la cultura e la mentalità della fraternità che rende disponibili incondizionatamente.
“Amore condiviso” non significa “fare un’offerta” o “dare occasionalmente qualcosa”, ma “condividere, spartire ciò che si è e ciò che si ha” per cancellare squilibri e gerarchie umilianti tra fratelli.
L’HEWO è nata come “Comunità povera, di poveri per riscattare la loro dignità di persona e i loro diritti fondamentali defraudati e per fare emergere le loro potenzialità represse”.
Nel lontano 1969 noi scegliemmo la vita comunitaria con un primo gruppo di “umiliati dalla disgrazia sociale e dalla lebbra non curata”, emarginati e relegati in un campo di concentramento nel deserto arabico nei pressi di Massaua (Eritrea ). Facemmo questa scelta non per un solidarismo sociologico o per assumere il gratificante ruolo di “benefattori” perpetuando la categoria dei “beneficati” e codificando, così, una umiliante discriminazione, ma per vivere una sfida evangelico-francescana.
L’obiettivo dell’HEWO è stato sempre quello di farci vicino a tutti; farci “prossimo” agli ultimi, agli escludi con la “condivisione della disgrazia e della speranza dell’uomo.
L’HEWO: UNA RISPOSTA ALLA DISPERAZIONE.
Quando, in Eritrea e in Etiopia, le varie crisi lungo il corso degli anni si sono abbattute violentemente sulla popolazione impoverendo ulteriormente i già poveri fino alla disperazione, l’HEWO è stata sempre una risposta alla disperazione
Ciò accade anche nel tempo attuale in cui la crisi socio-economica in Etiopia ha assunto proporzioni inimmaginabili scaraventando famiglie e singole persone in una disperata lotta per la sopravvivenza. Non parliamo poi del disastro eritreo che ogni giorno viene consumato dal regime dittatoriale ancora al potere.
Indubbiamente la condivisione di lotta e di speranza dell’HEWO con gli “scartati sociali” non può dispensare le strutture governative dal dovere di fronteggiare i bisogni del popolo sofferente.
Il popolo eritreo è nel baratro della dittatura e, grazie anche al lavoro e al coraggio di Sara, l’HEWO resta una presenza significativa con il progetto “Hewo su strada”.
L’Etiopia è una Repubblica Federale.
Ebbene, il governo dello Stato Regionale del Tigray, soprattutto nell’espressione della Presidenza e del Ministero della Sanità, segue, approva, incoraggia, sostiene come può la Comunità dell’HEWO-QUIHA. Questo è estremamente importante.
Ma l’HEWO è presente anche a GARBO’-WOLISSO nello Stato Regionale dell’Oromia, e, legalmente, è inserito nella struttura burocratica regolata dal Governo Federale.
Gli Uffici del Governo Federale e quelli del Governo Regionale dell’Oromia, contrariamente a quanto accade in Tigray, sono disattenti, indifferenti, latitanti di fronte all’impegno dell’HEWO per sollevare la popolazione dalle sofferenze per le malattie e dal disagio sociale.
Le autorità governative federali e dell’Oromia chiedono il rispetto di ogni norma che viene emanata da qualunque ufficio; magari chiedono all’HEWO di farsi carico di nuovi servizi , ma senza un adeguato sostegno, senza una partecipazione al bene comune. Sono distaccate dal disagio dei poveri.
NON POSSIAMO FARE FINTA DI NIENTE.
Noi non ci siamo seduti in panchina per assistere allo spettacolo in silenzio.
Sappiamo bene che sarebbe un atto di vile egoismo e un tradimento della fraternità con chi soffre fare finta di niente, chiudere gli occhi e passare oltre, attuando un ridimensionamento dei servizi e la cancellazione di programmi.
Dobbiamo continuare ad essere un pungolo per le strutture governative distratte.
Ma perché il pungolo sortisca l’effetto, noi tutti, responsabili e membri delle Comunità, volontari, fratelli e amici , sostenitori dell’HEWO, dobbiamo restare uniti sul fronte dell’”amore condiviso” maturando dentro la nostra coscienza individuale e collettiva il senso autentico della fratellanza che ci inquieta e ci sprona all’impegno fin quando c’è un fratello in disagio e in pericolo, acquisendo il vero spirito di servizio e un autentico stile di vita comunitaria.
Il volontariato HEWO, radicato nella fraternità, è un patrimonio che “dobbiamo assolutamente valorizzare” per non svenderne l’identità.
Siamo Comunità povere, ma siamo Comunità libere da poteri e da intrallazzi.
Questo è garanzia di credibilità.
La nostra credibilità allargherà la famiglia dei fratelli disposti alla “condivisione” e, forse, convertirà pure le autorità del governo Federale e del governo regionale dell’Oromia in Etiopia e, in qualche modo, conterrà la violenza della dittatura del Regime Eritreo contro i poveri.
Franca e Carlo Travaglino
Carissimi,
le esperienze passate ci dicono che ben pochi leggono le nostre lettere.
Tuttavia noi non rinunciamo a parlare con i pochi che ci presteranno attenzione.
Intanto cominciamo con il dire che il presente messaggio non è risposta o riferimento a situazioni specifiche della vita di Comunità. Esso è semplicemente desiderio di comunicare con chi da anni si è addentrato insieme con noi in un percorso accidentato di liberazione con fratelli ritenuti socialmente morti.